mercoledì 13 febbraio 2008

I diritti dei nascituri: di quelli non voluti e di quelli voluti

Nelle ultime settimane ci sono state diverse notizie a solleticare riflessioni di carattere morale, in particolare, a proposito dei diritti dei nascituri: sullo sfondo, la secolare contrapposizione fra scienza ed etica. Dopo una proposta di moratoria contro l’aborto da parte di Giuliano Ferrara, si è tornati a discutere di diritti di feti, embrioni e nascituri indesiderati mentre nuove frontiere della scienza, come la possibilità della donna di autofecondarsi, e nuovi interrogativi posti alla società, per esempio a proposito di possibili adozioni da parte di coppie omosessuali, porta prepotentemente alla ribalta la necessità di una riflessione sui diritti dei nascituri voluti, anzi, disperatamente voluti.
Il tema dell’aborto è delicatissimo sotto diversi aspetti: innanzitutto perché si basa sul concetto di “vita” e dei mille interrogativi ad essa connessi; un concetto, che nonostante gli sviluppi della scienza, resta per noi ancora un mistero tutto da scoprire. In secondo luogo perché il diritto di nascere che si potrebbe riconoscere al feto risulta in netto contrasto con il diritto delle donne a decidere di non portare avanti la gravidanza quando, per una serie di disparati motivi, non voglia farlo. Del resto, per una donna, ricorrere all’aborto è una scelta, libera o forzata, molto dolorosa, che lascia segni indelebili nel suo animo. Questo, in genere. Perché ci sono anche casi di donne che collezionano un aborto dietro l’altro, sentendosi ogni volta alleggerite, come se avessero tolto un dente cariato, che non imparano nulla dai loro errori. L’importante nella vita è divertirsi: si fa sesso senza responsabilità, senza precauzioni, magari con il primo che capita, uomini su uomini, a volte neanche in momenti separati; tanto se, poi, ne viene fuori una gravidanza, c’è la scappatoia. Ma chiaramente non è questo il caso della stragrande maggioranza delle donne che ricorrono all’aborto.
E’ difficile assumere una posizione netta su un tema come questo, ma è indubbio che tutti vorremmo che volontariamente le donne rinunciassero ad abortire e il ricorso all'aborto si limitasse solo nel caso di gravi motivi ( pericolo di vita della madre, gravi malformazioni del feto) e che considerassero come prima alternativa la possibilità di partorire anonimamente e dare il figlio in adozione. Anzi, prima ancora, tutti vorremmo che le donne desiderassero il bambino che portano in grembo, anche quando la gravidanza è imprevista, che fossero coscienti del fatto che una vita è un dono, non un ostacolo alla felicità, e che fossero nelle condizioni morali, sociali, economiche e, soprattutto, psicologiche per vivere la gravidanza con serenità, come una sorpresa inaspettata ma gradita. La giusta domanda non è quindi chiedersi se si è pro o contro l’aborto ma piuttosto se si è per la possibilità che la donna possa ricorrere all’aborto in maniera legale, assistita da personale medico qualificato, in ambienti e condizioni che non pregiudichino la sicurezza dell’intervento.Se, tuttavia, si crede davvero nel valore della vita o anche della potenziale vita, il discorso non si può esaurire qui. Se da un lato si può ritenere giusto che lo Stato assista le donne che ricorrono all’aborto, dall’altra parte, lo Stato deve promuovere delle campagne che, senza criminalizzazioni, sensibilizzino le donne sull’inestimabile valore della vita, unica e irripetibile, in modo che, in maniera fisiologica , un numero sempre maggiore di esse decida di accogliere tale dono o di dare la possibilità al bimbo che ne nascerà di crescere felice con un'altra famiglia. Il sistema delle adozioni deve essere reso più efficiente e rapido. I ragazzi educati alla sessualità e alla contraccezione.
Ma passiamo dai figli non desiderati a quelli disperatamente voluti. Voluti a tal punto da pretendere di soverchiare la saggia natura. E non parliamo dei metodi scientifici che aiutano le coppie ad avere figli. Parliamo di sistemi artificiali e artificiosi per sostituirsi alle regole della natura: clonazione, autofecondazione delle donne, selezione genetica.
Mi viene in mente il dottor Frankstein che voleva ricreare la vita in un corpo ottenuto assemblando porzioni di cadaveri diversi, voleva sostituirsi a Dio e la sua ambizione è stata punita.
Il moderno Prometeo, il ribelle della mitologia greca, colui che sfidò gli Dei rubando loro il fuoco, per consegnarlo agli umani che ne erano stati privati da Zeus per punirli. Ma parliamo anche delle nuove sfide della società: è giusto che anche le coppie gay possano adottare dei bambini?
Il diritto di ogni uomo alla ricerca della felicità è sacrosanto ma non può avvenire a discapito del diritto di un bambino ad avere una famiglia tradizionale, con una figura materna e una paterna, altrimenti si trascende nell’egoismo. Questo secondo la nostra – opinabile quanto volete, ma del tutto sincera – opinione. E’ altrettanto sacrosanto il rispetto dell’uomo indipendentemente dagli orientamenti, anche sessuali, ma il vero rispetto della diversità sta anche nella serena accettazione dei naturali limiti da essa imposti: le regole della natura non consentono alle coppie omosessuali di avere figli, è un dato di fatto incontestabile che nulla ha a che fare con pregiudizi e convincimenti di tipo ideologico o religioso. Ma la natura non impedisce di dare amore ai bambini come zii, come padrini, come educatori, come insegnanti. La dignità legale e morale che deve essere riconosciuta alle coppie omosessuali, che si voglia parlare di “matrimonio” o si voglia usare un altro termine, è un altro discorso.

12 commenti:

Fabioletterario ha detto...

Io sono favorevole all'adozione, per tutti. o preferiamo i bambini in orfanotrofio?

Anonimo ha detto...

volevo farti sapere che è partita una campagna per salvare la legge 194.
Se ti va, vieni a vedere da me. Negli ultimi due post sono scritte le intenzioni e le azioni da compiere..
Più siamo e meglio è!

ArabaFenice ha detto...

fabioletterario, chiaramente rispetto la tua opinione ma credi davvero che sia questo il punto? io non credo che non ci siano abbastanza famiglie tradizionali che possano accogliere i tanti bambini che hanno bisogno di un adozione. E' che il sistema è quello che è, ogni adozione va a rilento e molte famiglie sono scoraggiate in partenza.
Del resto, alcuni scienziati sembrano convinti che all'umanità servino altri bambini, ottenuti con clonazioni e autofecondazioni, quando basterebbe adottare quelli che ci sono già...

ArabaFenice ha detto...

@ alicesu
verrò a guardare.

Anonimo ha detto...

Un commento di poche righe per un caro saluto a Fabioletterario ed Alicesu, e per rimarcare la condivisione di quanto detto da Arabafenice nei suoi commenti di risposta.
Credo, anche, che la discussione dovrebbe tenere conto soprattutto dei diritti dei bambini, siano essi figli naturali di una coppia eterosessuale o bambini orfani o comunque abbandonati da adottare.
Un abbraccio... Gianni.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Vorrei intervenire su una parte specifica: la legge 40 quella della fecondazione assistita.

Credo che preordinare i bambini stabilendo età, occhi altezza ecc... sia aberrantem, ma aiutare a fare in modo che una coppia possa avere un figlio suo con tecniche all'avanguardia non credo sia una cosa sbagliata. Ritengo inoltre la legge 40 del febbraio 2005 se non erro gravemente lesiva della donna visto l'obbligo di impianto sempre e cmq. Tant'è vero che tribunali hanno respinto questa parte della legge e forse è stato anche sollevato un quesito alla Corte Costituzionale per valutarne la legittimità proprio in quella parte.

Per il resto sul diritto della donna a scegliere se abortire o meno e assistita sono d'accordo con te e sul discorso di adozioni ai gay ammetto che mi trovo indeciso. Da un lato credo che due figure caratterialmente e sessualmente disomogenee potrebbero essere meglio, ma dall'altro l'amore è amore e quindi questa concezione potrebbe essere figlia di un nostro retaggio culturale.

Ammetto che su questo ultimo aspetto non ho una posizione netta; forse vorrei decidere caso per caso in relazione proprio a chi avrei davanti

Ciao!!!
Daniele

Fabioletterario ha detto...

Certo, infatti io non parlo di famiglie tradizionali, ma di famiglie... E' un punto di partenza diverso...

ArabaFenice ha detto...

@ gianfranco guccia
che piacere rileggere un tuo commento:-)

@ daniele
siamo d'accordo. come è specificato nel post, la forzatura della natura non si riferisce all'aiuto che si può dare a una coppia ad avere figli ma quanto sostituirsi alla natura, o a Dio per chi ci crede, e decidere di avere un bambino come se si scegliesse un modello da catalogo.

@ fabioletterario
il mio commento va a precisare che o si è assolutamente certi che un bambino possa crescere con una coppia omosessuale senza che il suo sviluppo venga condizionato e in tal caso si è pro adozione da parte di coppie omosessuali oppure, nel dubbio, essendo le necessità dei bambini prioritarie rispetto a qualsiasi altro presunto diritto, non si vede di buon occhio un cambiamento in tale prospettiva. la mia personale posizione è la seconda, non perché non ritenga una coppia omosessuale capace di dare amore ad un bambino ma perché temo che al bambino questo amore possa non bastare.
Il discorso sugli orfanotrofi, in questo caso, non c'entra nulla.
Ovviamente, la mia è solo un'opinione.

Irene ha detto...

Anch’io ho qualche perplessità riguardo l’adozione da parte di coppie omosessuali. Credo che un bambino adottato si senta già diverso, in partenza, dagli altri suoi compagni di scuola o amici. Magari viene da un altro paese, ha tratti somatici diversi che segnano la sua appartenenza originaria ad un altro gruppo. Se a queste difficoltà aggiungiamo anche avere due genitori dello stesso sesso, credo si finisca per fare al bambino più male che bene.
Credo comunque che il nostro paese non sia minimante pronto per un passo del genere. Basti pensare al fallimento dei Dico, al fatto che ancora nel 2008 si consideri un assassino chi abortisce e che anziché andare avanti si vada indietro. Tra un po’ si tornerà a guardare anche con sospetto anche il divorzio

giuy ha detto...

mi è piaciuto il tuo post, perchè hai fatto un ragionamento equilibrato e razionale.

GlitterVictim ha detto...

Premesso che CON COGNIZIONE DI CAUSA sono favorevole all'aborto non capisco una cosa:
le stesse persone (ovviamente non sto parlando di Ferrara) che si sono battute con tanto di scioperi della fame selvaggi per l'abolizione della pena di morte sono contrarie alle alla moratoria per la legge 194. Non è un controsenso?

Per quanto riguarda Ferrara ora lui sarà mosso da buonissimi sentimenti, però se fosse sua figlia ad essere incinta e per un qualsiasi VALIDO motivo decidesse di non portare a termine la gravidanza voglio vedere come si comporterebbe.

Nessuna donna vorrebbe trovarsi davanti alla scelta di dover abortire perchè la cicatrice se la porterà nel cuore per tutta la vita.

Bisogna trovarsi in mezzo alle situazioni: un uomo non potrà mai entrare nella testa di una donna incinta, almeno questo genere di decisioni lasciamole alle donne.

Vorrei rileggere "Lettera a un bambino mai nato", in questo momento più attuale che mai.

digito ergo sum ha detto...

Trovo restrittivo legare il concetto di vita ai doveri e ai diritti. La vita è sacra e giusta a prescindere da qualsiasi concetto. Caso mai i diritti e i doveri, come del resto i concetti, vengono dopo. Ma, nel dire queste banalità, mi sento solo. E, tutto solo, ti abbraccio.