domenica 11 novembre 2007

Immigrazione, Sicurezza e Cicalicci

Una delle questioni più dibattute nelle ultime settimane è quella dell'immigrazione, dell' integrazione e dell'ondata di episodi criminali che vedono gli stranieri come protagonisti negativi. I media ci sguazzano nei fatti di sangue, è vero, e sovente vengono accusati di voler creare allarmismo. Ma chi lancia tale accusa dimentica il non trascurabile dettaglio per cui i media non troverebbero soddisfazione se la realtà non fosse quella che è, se l'emergenza non fosse una più che reale emergenza. I dati raccolti sul Rapporto Criminalità-Immigrazione parlano chiaro e troppe classifiche fra furti, rapine, stupri, aggressioni, omicidi (chiamiamole "hall of shame") sono guidate da immigrati, in particolare quelli originari dell'est europeo, a fronte del loro numero comunque limitato rispetto alla popolazione autoctona.
Un po' tutti esprimono la loro opinione in merito ma sono troppi coloro che non appaiono orientati a suggerire proposte e soluzioni, arroccati come sono a difendere i loro dogmi senza ma e senza se, facendo dietrologie e trincerandosi dietro affermazioni molto demagogiche ma per niente concrete. E anziché utilizzare la politica per analizzare il problema e porvi rimedio, il problema diventa strumentale alla politica per ribadire le solite teorie astratte e generaliste che non rispondono alle richieste di un popolo che chiede sicurezza. Non rispondono neppure alla aspettative di tanti immigrati che, integratisi nel tempo grazie all'impegno e a una condotta ineccepibile, temono ora il vanificarsi dei loro sforzi a causa di un naturale rigurgito di xenofobia, intesa come paura del diverso (a proposito di xenofobia, si rimanda al post "Chi non è xenofobo scagli la prima di pietra" di Zocchi). Né rispondono, infine, al desiderio di un confronto intellettualmente onesto senza che ci sia bisogno ogni volta di precisare che "anche tra gli italiani ci sono i criminali" (ma purtroppo questi non li possiamo espatriare), "che anche tra gli immigrati ci sono le brave persone", "che non bisogna generalizzare", frasi queste che dovrebbero essere il punto di partenza e non di arrivo di discussione concreta e costruttiva.
C'è chi strumentalizza lo scheletro di Auschwitz non come monito, come sarebbe giusto, a non ripetere gli errori della storia ma per inserirsi in quel filone di garantisti ad oltranza che cercano, come direbbe lo Pseudosauro, di legittimare sempre e comunque l'agire degli immigrati anche se delinquono e condannare a priori il nostro reagire, reagire che, tranne qualche isolato ma pur sempre biasimabile episodio, si manifesta in diffidenza e paura dello straniero e non certo con ronde da Ku Klux Klan. C'è chi grida a sproposito al razzismo, parola così tanto abusata, come se stessimo parlando di questione di pelle e non del risultato dell'esasperazione, risultato a cui contribuiscono in maniera fondamentale delle leggi permissive e un sistema giudiziario ridicolo. C'è anche chi, poi, avverte "c'è una grande confusione. I rom non sono tutti rumeni e i rumeni non sono tutti rom". Ci sono infatti rom rumeni (i più numerosi), ma anche rom provenienti da altri Paesi dell'est europeo e persino rom italiani. E' una precisazione necessaria a fare chiarezza, non una soluzione né una proposta. Perché chi le baraccopoli non le vuole non le vuole e basta, quantomeno perché offendono il decoro delle nostre città dalla storia millenaria testimoniata da opere d'arte che ci invidano in tutto il mondo. Perché le nostre città finiscono per assomigliare a delle favelas. Indipendentemente dal fatto che ci vivano rom rumeni, rom slavi o rom italiani.
La cosa che più sorprende è come, di questa situazione, i media ma anche i bloggers e, in generale, la gente ne facciano la cronaca di un'emergenza come se ci fossimo addormentati in una società dove andava tutto bene con i flussi migratori controllati e proporzionati alle nostre risorse, con le basi per una perfetta e indolore integrazione e ci fossimo risvegliati, adesso, invasi dagli immigrati scesi come dei nuovi Lanzichenecchi.
Tutto questo era prevedibilissimo. Da quanto tempo siamo spettatori di stili di vita che fanno a pugni con i nostri valori non religiosi ma civili? Che calpestano i valori su cui la nostra Repubblica è fondata? Da quanto tempo chiudiamo gli occhi di fronte a tanti maiali che vivono e si ubriacano sfruttando e donne e bambini lasciati ad accattonare tra le auto che sfrecciano sulle strade? Da quanto tempo facciamo finta di non sapere in quali condizioni igieniche vivano questi bambini, privati di ogni possibilità di essere istruiti in una scuola? E' questa la libertà predicata da chi parla di tolleranza e accoglienza a tutti i costi? O siamo veramente razzisti e la sorte dei bambini rom non ci sta a cuore?
Tutto questo poteva essere affrontato da tempo. Ricordiamo l'immigrazione incontrollata degli anni 90, in particolar modo da parte degli albanesi, e una politica scellerata incapace di porvi un freno. Poi il Governo Berlusconi, che con la contestatissima legge Bossi-Fini ha cercato di fare qualcosa, anche se il problema non è stato, evidentemente, risolto in modo esaustivo. Adesso il Governo Prodi, appoggiato anche da forze politiche di estrema sinistra, che ogni qual volta si parla di regolamentare l'immigrazione alza il muro del "dagli al razzista!" e ancora a tutt'oggi, si vedano le tesi de "Il Manifesto" in relazione alle possibil espulsioni, continuano a sostenere questa ottusa posizione. O vogliamo parlare della guerra dichiarata ai CPT, che ferme restando le condizioni di vita dignitose da offrire, non diventando assolutamente teatro di violenze, sono indispensabili a garantire un minimo di efficacia alla lotta contro la clandestinità? Perché Amato ha dichiarato il suo NO ALLE ESPULSIONI DI MASSA e non un SI ALLE ESPULSIONI DI TUTTI COLORO CHE, FISSATO UN CRITERIO, NON LO RISPETTINO? SIANO ESSI DIECI, CENTO, MILLE O UN MILIONE?.Se due individui vivono allo stesso modo espelleranno uno sì e l'altro no, per non fare numero, magari "tirando a sorte"? Oppure si vuole continuare ad ignorare queste situazioni di vita illegali e far proliferare le isole di impunità, limitandosi a rispedire indietro qualcuno soltanto dopo che avrà trucidato l'ennesima vittima e solo perché adesso i rilfettori sono puntati sulla questione?

A proposito della gravissima omissione di cui si macchiano le nostre istituzioni nei confronti dei bambini che vivono nei campi nomadi si invita a leggere e, possibilmente, sottoscrivere l'iniziativa che trovate qui.

Foto tratta da http://www.ariberti.it/

7 commenti:

Daniele Marzocchi ha detto...

Una analisi obiettiva e completa di una situazione che, volenti o nolenti, ci vede tutti protagonisti.

Complimenti per il nuovo blog che seguirò sicuramente con attenzione. Anzi, già che ci sono, vi invito a segnalare sul mio modesto aggregatore Italiaweb.

Un salutone e un grande in bocca al lupo :)))

Daniele Marzocchi

P.S. Grazie per il link, già ricambiato con vero piacere.

ArabaFenice ha detto...

Ciao Zocchi,
ti ringrazio per aver inaugurato questo blog con il tuo commento.

La citazione, così come il link, era d'obbligo conosci l'interesse con cui sia io che gianni (gianfranco) seguiamo i dibattiti che sorgono sul tuo blog.

Onestamente, non ho ancora ben capito come funzionano i vari aggregatori. Accolgo con piacere il tuo invito e, tempo permettendo, vedrò un po' di cosa si tratta.

Un salutone anche a te!

Gianfranco Guccia ha detto...

Benvenuto nel nostro blog Zocchi! Mi associo a quanto detto da Arabafenice ed aggiungo i miei personali cari ed affettuosi saluti.
Crepi (metaforicamente parlando )il Lupo!
Gianfranco.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Complimenti per il vostro blog :-)))

Un post lucido ed interessante, ma non ne sono sorpreso conoscendo i due individui che lo animano :-)))

Gianfranco Guccia ha detto...

@Daniele:
grazie di cuore per essere passato da qui e per il tuo apprezzamento.
Gianni.

Giovanna Alborino ha detto...

complimenti per il blog, lo visitero' ogni volta che posso

ArabaFenice ha detto...

@ Daniele e Giovanna Alborino

Grazie per la vostra visita, spero che troviate i contenuti degni dell'interesse che ci avete dimostrato e di poter contare sempre sul vostro desiderio di un sincero confronto.